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Il mio Zarathustra

2017

<2017>

L'amicizia non può distinguersi o essere banale al di fuori dell'amore. L'amicizia chiede impegno, lealtà e tanta nobiltà d'animo.

Il conte Carlo Dossi 1849-1910, scrittore, diplomatico e archeologo italiano, ebbe a dire: “Che è l’onestà se non la paura della prigione? “Sebbene sia evidentemente provocatoria, questa citazione mi trova d’accordo.

Ho letto diligentemente quasi l’intero libro di Gatani sulla Casa d’Italia, e purtroppo il dubbio è il tarlo più vorace che esista.

Gentile Redazione, essendo una lettera scritta in uno stato emotivo di frustrazione, per gli avvenimenti che riguardano il futuro della Casa D’Italia,

Gentile Signor Alban, la ringrazio vivamente per la risposta diretta, informativa ed esaudiente. Come lei trova ingiustificato la mia presa di posizione,

Premetto che i contenuti di questo mio intervento sui fatti che stanno avvenendo in Sira, non intendono schierarsi né da una parte né dall’altra.

Le ONG (organizzazioni non governative) sono organizzazioni indipendenti dai governi e dalle loro politiche e generalmente, anche se non sempre,

Negli Stati Uniti si continua a discutere di fake news, le notizie false, ampiamente condivise su Facebook e altri social,

I vantaggi personali derivanti dal tenerci informati e comprendere tramite gli approfondimenti sui vari temi, sono così evidenti che non spetta a me ribadirlo.

Onestà intellettuale

15.10.2017

Il conte Carlo Dossi 1849-1910, scrittore, diplomatico e archeologo italiano, ebbe a dire: “Che è l’onestà se non la paura della prigione? “Sebbene sia evidentemente provocatoria, questa citazione mi trova d’accordo. Durante l’apprendistato, era nostro compito pulire e riordinare il magazzino. Mentre io eseguivo la fastidiosa mansione con diligenza e zelo, alcuni miei colleghi, spostavano la polvere in altre zone, o depositavano il grosso del materiale in altri scatoloni, che altri apprendisti avrebbero dovuto riordinare la settimana successiva. Questo ha fatto di me una persona onesta? Ma chi o cosa determina l’onestà di un uomo? Un principio o una paura? La paura di cui parla Dossi, o il mio timore era, di tradire la fiducia che i miei genitori, avevano posto in me sul tirocinio. Il rischio di venir additato come uno scorretto mi impediva di barare. Apparivo come onesto, ma lo ero realmente? Si è spesso abusato della parola onestà. Se un politico, o rappresentante di una comunità è leale, trasparente, e rispetta il proprio mandato, agendo sempre in funzione degli interessi di chi lo ha eletto, come si può definirlo onesto, se addirittura è incapace a rubare? Dovrebbe essere una virtù attiva e non passiva dettata dalla ragione. Questo significa che tutti siano corruttibili di fronte a “un’occasione”? Io credo che una virtù più nobile, più completa dell’onestà, sia la cosiddetta “onestà intellettuale”. L'onestà intellettuale è, secondo me, prendersi le responsabilità delle proprie idee, dei propri argomenti, fino in fondo, proponendo la propria idea, teoria, opinione, ecc. Considerando poi tutte le implicazioni di questa teoria o opinione in altri contesti, o se si scontra con altre teorie o verità date in precedenza considerate vere. L’onestà intellettuale è uno studente che non copia sia quando il professore è in aula sia quando questo si assenta per rispondere al telefono. È un politico che non ruba o agisce per interessi personali, anche quando sarebbe impossibile scoprirlo. Parlo di un mondo nel quale non esiste la parola convenienza. Nella prossima campagna elettorale, in cui un rappresentante di un gruppo politico, diffonde le proprie idee legittime, senza imporre ad altri tale credenza, è tutto legittimo. Ma il nostro candidato crede nel partito e nelle idee che rappresenta, e dovrebbe necessariamente sostenere le sue azioni future in tale direzione. A questo punto nasce una forte contraddizione. Come è possibile che una volta eletti, alcuni rappresentanti si regolino diversamente, a seconda della situazione più conveniente per sé stessi? Non c'è infatti nessun motivo per pensare che se un principio valga in campagna elettorale, possa essere disattesa durante il suo mandato. A breve, anche nella nostra Svizzera e quel che resta della comunità italiana attiva, verranno messi in moto tutti gli strumenti di propaganda per occupare le poltrone di prestigio. Vogliano gli onorevoli candidati per una poltrona di Parlamentari eletti all’estero, svelarci dopo avere sventolato le loro promesse il loro stipendi, facendo un esame di coscienza sulla loro presunta “onesta intellettuale”? Vi risparmio cari candidati l’indecenza e invito gli elettori al link:

https://www.corriereditalia.de/archivio/parlamentari-eletti-all-estero-quanto-guadagnano/. Seguiranno comizi, la partecipazione a incontri con la comunità, l'affissione di manifesti sui settimanali, la consegna di gadget, volantini ecc. Farà impressione ascoltare un segretario di partito che attacca “i teorici dell’inciucio”, che dicono “questa classe dirigente è la peggiore che abbiamo mai avuto”, che promette di cambiare tutto, dalle facce, ai costi della politica, dal rapporto con il sindacato, fino alle parole d’ordine del proprio partito. Raccogliere sicuri applausi, facendo leva su dei temi molto sentiti dagli italiani, è compito dei vari leader. Quante belle parole...Ogni qualvolta che inizia la campagna elettorale, sembra che sia sempre la volta buona. Si cambia tutto..si taglia qui..si riduce là..si dimezza sopra..si risparmia sotto.. Poi i cittadini si svegliano un giorno, e scoprono che tutto era un sogno, e che non vi è stato altro che uno scambio di poltrone. In una mia visione utopica, un giornalista televisivo o di carta stampata non metterà il proprio giudizio avanti alla stessa notizia del fatto su cui deve riferire, peraltro spesso manipolata, stravolta rispetto alla realtà. Non lo farà perché è onesto e bello dentro per vocazione, e senza alcuna avidità o vanità. Inoltre nessuno potrà metterli un guinzaglio e mai si offrirà come schiavo ben stipendiato di un sistema che a tutto è interessato, tranne che alla verità e alla sua trasmissione onesta, cioè il più possibile obiettiva, documentata, imparziale. Un corrispondente dagli Stati Uniti non tacerebbe il coinvolgimento della CIA e della NATO nella nascita e nella crescita dei movimenti terroristici dell’estremismo islamico, e rivelerebbe con prove confutate che, dietro gli attentati sanguinosi di Charlie Hebdo, del Bataclan e di Nizza, c’è anche, direttamente o indirettamente, la mano dei servizi segreti francesi, i quali perseguono da anni degli obiettivi nel teatro nordafricano e in quello mediorientale, soprattutto per ragioni economiche. Onestà intellettuale è riconoscere i propri errori, esplicitare e motivare i propri compromessi e i propri cambiamenti d’indirizzo ideologico. Essere analitico proprio perché vedo nel mio impegno una ricerca, e questo mi porta spesso a cambiare un'intera impostazione concettuale, e denota grande onesta intellettuale. Mi troverei in difficoltà, dovendo analizzare i fatti con i mezzi di informazione scadenti oggi disponibili, inducendomi al pensare populista e parziale, parlando di onestà anche laddove c’è solo convenienza e opportunità. Ad esempio: pagare le tasse è sinonimo di onestà, ce lo ripetono continuamente. Ma se con quei soldi vengono acquistati aerei F35 per bombardare altri paesi nelle “missioni di pace”, allora pagare le tasse è intellettualmente onesto? Io per il futuro mi auguro che in parlamento o chi ci rappresenta in Svizzera, vi sia una classe dirigente onesta intellettualmente, ammesso che esista, perché farebbe tanto bene a questo paese troppo preso da scandali e dalla disonestà intellettuale dilagante, specialmente tra il popolo stesso. Sandro Pertini diceva: «I giovani non hanno bisogno di sermoni, i giovani hanno bisogno di esempi di onestà, di coerenza e di altruismo.

                                                                                        

La Casa degli Italiani

15/07/2017

Ho letto diligentemente quasi l’intero libro di Gatani sulla Casa d’Italia, e purtroppo il dubbio è il tarlo più vorace che esista. Si annida nel cervello e si nutre di tutto il corpo. Magari questa mia riflessione mi sarà di sollievo. C’era una volta una comunità rappresentata dagli italiani che durante gli anni trenta, ricevette in dono dallo Stato italiano la Casa d’Italia di Zurigo. La casa inaugurata nel 1932 e, poi, ampliata nel 1936 e nel 1938-’40 e divenne il più importante punto di riferimento e di aggregazione culturale degli Italiani a Zurigo.
Le attività dell’ente erano molteplici: assistenza ai compatrioti bisognosi, solidarietà tra i lavoratori iscritti nelle varie associazioni, organizzazione di concerti e banchetti benefici e promozione della cultura italiana. Nell’esaudiente libro di Gatani, ho trovato la questione del Diritto d’Uso a pag. 141, art.7 che stabiliva: Resta esplicitamente convenuto che la concessione in uso gratuito dei locali occupati dalla “Casa degli Italiani” può essere disdetta dal proprietario dell’immobile, e per esso dal R.Regio Console Generale – in qualsiasi momento il Proprietario lo ritenesse opportuno, mediante semplice preavviso di tre mesi. Firmato dall’allora Console Generale Vittorio Bianchi. Ma forse mi sbaglio e trattasi solo di CONVENZIONE d’Uso dei locali stipulata nel 1932, mentre il Diritto d’Uso è datato 1928. Bastava leggere il libro ho creduto, e invece la confusione regna.
Il Ministero e il Consolato hanno dunque rispettato la legge e gli accordi presi il 6 feb. 1932 con gli enti che avevano gli spazi concessi gratuitamente ma non hanno alcun Diritto d’Uso per le associazioni o per la comunità italiana o manca ancora un tassello? Ora, se quello che dice art.7 è legge e qualcuno volesse smentirla ne sarei felice, mi chiedo perché il Ministero dovrebbe investire una modesta cifra, per la ristrutturazione, quando la città sta sempre più rivalutando il quartiere (vedi i cantieri nei paraggi e quelli in progetto) e lo stato poterebbe ricavarne 5-6 volte di più vendendo tutto, terreno incluso, al miglior offerente? Un membro del Comites che nella serata della loro ultima assemblea del 20 giugno rimase mestamente in silenzio quando si parlò del tema, adesso, dopo che era stato invitato ad aderire ad un gruppo o comitato apolitico che intende monitorare l’intera vicenda, si fa vivo da paladino con un articolo su LaPagina (Scrive chi legge del 05.07.17, ndr), con la stessa proposta, preoccupandosi che le istituzioni nel caso venisse bloccato il progetto, o impedita la chiusura, potesse fare un’amara figura. Vorrei tranquillizzare questo signore che la comunità e alcune associazioni sono addirittura all’oscuro dell’intera vicenda e altre hanno consegnato senza protesta le chiavi al Comites di persona.
Ma il Comites in questo azione ha rappresentato il Ministero? Se l’art.7 sancisce che il Ministero ha fatto tutto per legge e che può farne ciò che vuole dell’edificio, chi crede ancora in una ristrutturazione alzi la mano! L’unico progetto lo danno i numeri: La “spending review” del ministero degli Esteri è andata a tagliare lì. Dato che il bilancio della Farnesina (dati del 2013), è di 1,7 miliardi di euro, oltre 400 milioni riguardano le indennità, questi costi potrebbero essere abbattuti assumendo personale in loco, come fanno Germania e Francia. Intanto si tagliano spensieratamente i servizi consolari e le Case degli Italiani e la stessa rete all’estero per ottenere un risparmio che, oltre a non essere stato quantificato con sufficiente approssimazione, è stato stimato di importo talmente esiguo da non giustificare il grave disagio che la soppressione delle sedi provoca all’utenza, proprio in un momento in cui i flussi migratori verso l’estero hanno subito una tragica impennata. Nel presente gli italiani di vecchia data sono sempre più integrati e prendono parte direttamente alla vita culturale, politica e sociale della città. Qualche associazione resiste per merito delle prime generazioni, che con sempre meno mezzi sopravvivono. Le scuole, invece, hanno tutt’oggi un ruolo importante, essendo per molti nuovi immigrati l’unica ancora per il proseguimento degli studi dei loro figli che per motivi linguistici non possono subito frequentare le scuole locali o iniziare un’apprendistato. Per il resto gli edifici all’estero che lo Stato italiano intende alienare vengono messi sistematicamente all’asta, nonostante ci siano enti pubblici disposti a comprare e ad avviare serie trattative private, ho letto che sarebbe uno strumento di prevenzione della corruzione. Si vendono beni dello stato, nonostante che, dopo l’ultima crisi economica che l’Italia fa ancora fatica a superare, i trasferimenti all’estero hanno raggiunto le 114.000 unità nel 2016, mentre i rientri si attestano sui 30.000 casi l’anno. Ma l’utopica parola solidarietà che ha come suo significato principale una forma di impegno etico-sociale a favore di altri, e che indica un atteggiamento di benevolenza e comprensione, non si esprime più da parte del bistrattato Stato italiano. In tutta questa vicenda solo chi ha le competenze e le informazioni giuste, comanda, mentre la società è normalmente incapace di reagire lasciando tutto all’iniziativa dei singoli o di coloro che dovrebbero rappresentarci. Eh sì, miei compatrioti, noi siamo abituati a delegare ogni cosa, pur di non esporci di prima persona, vuoi per pigrizia, vuoi per le competenze che ci mancano o ci vengono negate. Eppure leggo spesso che noi italiani all’estero rappresentiamo per la diffusione del nostro brand una garanzia di radicamento sul territorio e quindi un importante motore di sviluppo. Senza volere sospettare che è in atto una farsa da parte dei vari enti, che facendo squadra, sostengono la storiella dell’indispensabile ristrutturazione o meglio “l’emergenza strutturale”, vorrei porre le seguenti domande che in caso di mancata risposta, avranno seguito in forma di lettera raccomandata direttamente al Console. Il motivo sono le argomentazioni circa la chiusura con delle motivazioni poco convincenti.
- Richiesta di tutti gli atti pubblici in merito alla Casa d’Italia:
- Oggetto: richiesta atti pubblici e ufficiali.
- Richiesta di sgombero del MAECI inviata al Consolato e agli enti
- Perizie fatte dalle autorità svizzere
- Corrispondenza in merito tra gli enti nella Casa d’Italia, Consolato e MAECI
- Conferma del finanziamento per la ristrutturazione e documenti ufficiali in merito alle intenzioni future.
- Atti in merito alla perizia fatta da Roma
- Corrispondenza in merito alla ristrutturazione, disdetta, leggi e compenze in merito allo sgombero, alle autorità competenti, ai motivi dello sgombero.
- Chiedo a nome di me stesso, che coloro che ci rappresentano facciano chiarezza e ci forniscano i documenti sopra citati.
                                                      
                                                                                        

Casa D’Italia: ci sentiamo presi in giro

25/06/2017

Gentile Redazione, essendo una lettera scritta in uno stato emotivo di frustrazione, per gli avvenimenti che riguardano il futuro della Casa D’Italia, da parte di qualcuno che è stato o verrà in qualche modo danneggiato, ho creduto giusto di darle voce (Il signr Pluchino si riferisce ad una lettera non pubblicata per motivi redazionali ndr).

La sua risposta è per me sufficiente, ma ciò non toglie che in tutta questa vicenda di cui voi non siete ovviamente direttamente responsabili, la trasparenza da parte delle istituzioni che dovrebbero difendere la comunità italiana è venuta a mancare, per coprire degli interessi superiori che a noi sono poco noti.

Ci sentiamo, e non parlo solo come genitore e rappresentante dei genitori del Liceo Vermigli, ma anche a nome di tutti coloro che da decenni frequentano l’ultimo centro di incontro rimasto nella nostra città di Zurigo, presi in giro. Invece di promuovere l’italianità con belle parole da parte di chi dovrebbe rappresentarci, nel momento in cui i primi sospetti nacquero (mese di febbraio), invece di darci voce in capitolo o rispondere alle nostre domande, alimentate da voci che parlavano di una imminente chiusura dell’edificio, venne tutto insabbiato e rimandato in data da definire. Le mie richieste di chiarimento all’Onorevole Farina sulla fonte di tale notizia pubblicato nel febbraio sul vostro settimanale, non ha mai avuto risposta da parte dell’autore dell’articolo.

La nostra richiesta come Rappresentanti del Liceo di chiarimento al Signor Putrino della nostra riunione di fine febbraio, dopo che vi era stato un’ incontro con tutte le parti interessate nella riunione del 14 febbraio 2017, in cui il Consolato insieme all’Ambasciatore, ha informato tutti gli inquilini della Casa d’Italia, è stata lettera morta. Sia lui come il Preside del liceo si dissero sconcertati e increduli sull’articolo scritto sul vostro giornale dall’Onorevole Farina. Solo una settimana fa ad atto avvenuto, è venuto a galla tutta la vicenda, nei minimi dettagli, per quanto riguardo il passato e il presente. Ora che i buoi hanno lasciato la stalla veniamo convocati (oggi 16 maggio), con tanto di presenza del Console e altre autorità, sul futuro già segnato dello stabile. Da parte vostra se posso permettermi non avete sufficientemente verificato la veridicità dell’articolo dell’Onorevole Farina del febbraio 2017. Inoltre in un mio scritto sulla rubrica “scrive chi legge” dal titolo “Fake News e dintorni” (di cui pubblichiamo la parte interessata in basso, ndr) scrivevo in modo ironico la notizia apparentemente falsa dell’articolo sopra menzionato. Perché non venne pubblicato quel mio articolo? Ripeto, non voglio responsabilizzare il vostro giornale su avvenimenti accaduti al di fuori, ma una certa solidarietà da chi come voi da decenni si è in tanti casi assunto il ruolo non solo di informare, ma anche di rivendicare questioni che in qualche modo danneggiano noi cittadini italiani, mi aspetterei un senso più critico e una presa di posizione chiara e senza dubbi a favore della comunità. Noi lettori ci sentiamo parte del vostro progetto divulgativo e non solo promotori di opinioni. Non è mia intenzione ripeto polemizzare, ma dato che in questa vicenda non hanno preso né prima né adesso posizione il parlamentare, il presidente dell’associazione “Pro Casa d’Italia”, il presidente del Comites, i due Presidi delle scuole statali e private della Casa d’Italia e lo stesso Console, mi aspetto non tanto un gesto fuori dalle righe, ma di dare voce a noi confusi e sfiduciati genitori, frequentatori della Casa D’Italia, lettori de LaPagina e finanziatori delle scuole stesse.

Mi aspetto che l’incontro di oggi alla Casa D’Italia venga da voi monitorato e commentato adeguatamente, facendo riferimento anche alle voci che a quanto pare non hanno mai voce, neanche per scrivere o pensare che senza di noi (gli altri) tutte le istituzioni non avrebbero senso di esistere. Se poi faceste un’ altro passo avanti e pubblicaste questa mia risposta, che si trasformata in un’ articolo per la rubrica “scrive chi legge”, darebbe un segno di trasparenza informativa eccezionale. Non tanto perché l’anonimo Pluchino scrive un altro commento, ma per dare voce a coloro che non lo hanno mai fatto e vorrebbero farlo a nome di tutti.


…e Mario Pluchino risponde

05/06/17

Gentile Signor Alban, la ringrazio vivamente per la risposta diretta, informativa ed esaudiente. Come lei trova ingiustificato la mia presa di posizione, così anche io trovo ingiustificato, che per tre mesi, dopo che noi rappresentanti che a nome dei genitori delle oltre 60 famiglie del Liceo Vermigli, avevamo chiesto lumi già a febbraio siamo stati ignorati da coloro a cui ci siamo rivolti. Veda noi non siamo addetti ai lavori, non parliamo nessun politichese, vogliamo essere semplicemente presi in considerazione. A volte spariamo sul gruppo e diamo le poche informazioni che dobbiamo cercare per conto nostro, agli organi predisposti a nostra tutela (come il vostro).

Una vera identificazione con il vostro (o di altri addetti) operato non possiamo averla in quanto, il flusso informativo (sulle questioni importanti) non ci viene incontro ma dobbiamo cercarcelo, elemosinarlo e poche volte ricevere “nei tempi giusti”. Lei dice: “Ci è stato comunicato che la decisione era già stata presa”, sono notizie da dare immediatamente a coloro che voi rappresentate (cioè noi), sono questi comportamenti ingiustificati che ci allontanano dalle istituzioni di cui voi ne fate anche parte Signor Alban. Tutte le informazioni da lei dettagliatamente sotto descritte, le conosciamo già da alcune settimane, avendo partecipato alle serate informative. Avremmo voluto sentirle per esserne partecipi a febbraio e non tre mesi dopo a decisioni già prese.

Purtroppo e devo essere sincero, siamo in pochi a essere reattivi di fronte agli scenari degli ultimi mesi. Nella gente vi è rassegnazione e menefreghismo, e ritengo ammirevole che lei come altri del Comites vi impegnate in tante questioni sociali e dovete lottare con le istituzioni per tante questioni a noi ignote. Noi abituati e cresciuti in Svizzera, siamo viziati dall’efficienza di questo paese, e non vogliamo tollerare questi pasticci mal organizzati da parte del ministero o chiunque altro. Un liceo viene sfrattato, e abbandonato al proprio destino. I genitori lo vengono a sapere poche settimane prima della fine dell’anno scolastico, e ancora oggi non abbiamo nessuna certezza sul futuro. Martedì 16 maggio il Console fece una mezza promessa (vedremo cosa si può fare..), che se per settembre il Liceo non si fosse sistemato, avrebbe potuto rimanere fino a dicembre alla Casa D’Italia. Martedì scorso invece disse chiaramente che il 7 luglio tutti devono lasciare l’edificio, in quanto l’ufficio incaricato che effettuerà i prelievi, a posto queste condizioni. Dove e a quali condizioni un genitore può iscrivere il proprio figlio(i) a codesta scuola?

Non le dico la tristezza martedì scorso al salone Pirandello, nel vedere molti anziani membri delle associazioni, senza parole che privati del loro (forse unico) svago settimanale, chiedevano timidamente, che almeno la loro casetta delle lettere venisse spostata per i prossimi 3 anni al consolato o in un’altra sede ufficiale, affinché non si spezzi del tutto il contatto con il mondo esterno. Avrei tante cose da dirle, e vorrei espandere le mie parole o emozioni a tutti i genitori, a tutti i membri delle associazioni, privati dei loro locali, ma ho visto troppa rassegnazione come se li avessero tolto un privilegio, un sogno che di colpo è svanito. Non faccio parte di nessuna associazione o partito, ma non sopporto le ingiustizie. Scrissi anni fa di come il mondo delle associazioni, e dell’italianità si sarebbero ridotte al punto di non ritorno in cui oggi si trovano. In Svizzera, noi siamo i promotori del buon cibo (ristoranti), interventi culturali e mostre che parlano del passato che è stato, e tutto ciò che è il Made in Italy. Ogni tanto ci sfoghiamo (ogni due anni per legge), quando gioca la Nazionale e scendiamo in piazza e finisce tutto lì.

Rimangono per fortuna molte associazioni che con coraggio ma con pochi mezzi, tirano a campà, fino che la prima e seconda generazione vivranno. Ma forse non tutti sono coscienti dei privilegi (giustamente guadagnati) avuti in questi quasi 100 anni in Svizzera (rispetto alle altre comunità venute dopo), e di come tutto svanirà piano piano, in un ciclo naturale e probabilmente giusto. Ma non ci vengano più a dire (colore che ci mangiano) che lo fanno per la comunità, è insopportabile e merita una reazione di orgoglio da parte di tutti noi. Piuttosto che contenderci sui torti o le ragioni, domandiamo a voi in forma costruttiva un sostegno morale e di partecipazione, attivando i vostri (sicuramente) più efficaci mezzi e canali nel trovare una soluzione che soddisfi tutti. Vi sarebbe, ho sentito più volte la possibilità del ricorso, o la garanzia che il Consolato finanzi la differenza nel caso la retta mensile aumentasse in modo sproporzionato. Ecco ho solo accennato alcune soluzioni che nella mia modesta conoscenza in materia giuridica, organizzativa e finanziaria, noi utenti vorremmo sentirci rassicurati. In altre parole esiste un piano A e B? Per questo motivo chiediamo “adesso” un’ intervento da parte della dirigenza scolastica e di chi ha provocato in modo maldestro questa situazione. Non intendiamo aspettare che vi siano delle “novità”, ma se il caso attivarci noi stessi o sentirci partecipi. Ringraziandola anticipatamente per la cortese collaborazione Le porgo i miei distinti saluti a nome dei Rappresentanti  


Il mio giornalismo

16/04/2017

Premetto che i contenuti di questo mio intervento sui fatti che stanno avvenendo in Sira, non intendono schierarsi né da una parte né dall’altra. Essendo poi numerosi gli attori conosciuti, e pochi quelli fantasmi, che manovrano l’intero scacchiere mediorientale. Schierarsi in questo pantano per una fazione piuttosto che per un’altra, usando la curiosità, e attivando alcuni neuroni ancora immuni da anni di bombardamenti di notizie non è un compito facile. Il risultato sarà nullo, per quanto concerne gli eventi che si susseguiranno, ma vorrei tentare di portarvi quella curiosità e quell’istinto nell’informarsi, e soprattutto ad’ approfondire le notizie che leggiamo tutti i giorni su Internet, sui giornali e nei telegiornali. I fatti dell’ultima settimana in Siria parlano di un bombardamento con armi chimiche che ha ucciso molte persone. La notizia che è stata servita da tutti gli enti giornalisti, come piatto pronto universale. La fonte di tali notizie è l’osservatore siriano per i diritti umani, che ha affermato che l’attacco è stato sferrato dal terribile dittatore Hafiz al-Assad, che ha bombardato i ribelli e i civili. Questo osservatore siriano per i diritti umani, è composto da una sola persona che abita in Inghilterra, che nel 2013 il New York Times aveva riconosciuto il gruppo come fraudolento e costituito in realtà da un solo uomo “tuttofare”, finanziato dall’Unione Europea. Ovviamente, la dittatura di Hafiz al-Assad non permette nessuna libera informazione ai giornalisti, ma ciò non giustifica, che negli anni passati l’osservatorio ha fornito delle notizie completamente plasmate in modo da screditare il regime di Hafiz al-Assad. L’occidente compatto è schierato contro Hafiz al-Assad, traendo l’informazione da questo osservatore siriano per i diritti umani, mentre la Russia e L’Iran lo difende. É in atto una guerra di immagini con cui si fa propaganda e bisogna avere molta cautela. Basti pensare all’effetto mediatico che un attacco chimico può avere rispetto a un attacco normale. O Hafiz al-Assad è un cretino o le cose non stanno come dicono. Il gas fa strage di bambini in Siria: ed ecco decine di foto di bimbi con mascherine in braccio a soccorritori, foto di morti gasati, foto di ospedali bombardati, foto di tragedia. Hafiz al-Assad fa strage è perciò il mantra. Anche se qualche dubbio alla fine emerge, si legge. Non vi è il sospetto che noi “buonisti” individuiamo e isoliamo sempre il cattivone di turno? È il dagli all’untore! E l’untore è Hafiz al-Assad, che non è uno stinco di santo, ma neppure un imbecille. Quale vantaggio avrebbe potuto trarre il despota siriano da questa azione non si capisce. Da un lato si accusa il dittatore di avere violato gli accordi Onu del 2013 proposi dal geniale Putin, cioè consegnare sotto controllo Onu le riserve di gas nervini (che del resto servono solo come deterrente, ossia a dissuadere un attacco della potenza atomica vicina, Israele). Gentiloni giustifica gli attacchi scanditi dall'aeronautica Usa contro il territorio siriano, su ordine di Trump “un'azione motivata”. Mentre sappiamo bene che costituiscono una chiara violazione del diritto internazionale. Non solo, dimostrano per l'ennesima volta il reale valore (cioè nullo) che le potenze del mondo attribuiscono alle Nazioni Unite. Si è preferito bombardare ancor prima di incaricare l'Onu di avviare una inchiesta indipendente per accertare i responsabili. È possibile che Hafiz al-Assad abbia deciso scientemente di annullare il credito internazionale così faticosamente riconquistato? La risposta è logica e ve la lascio indovinare. Il problema non è scoprire la verità, in questo puzzle dell’orrore che da 6 anni ha causato morte e distruzione, ma che ancora una volta il giornalismo ha abboccato alla prima notizia pubblicata, senza informarsi e senza informare, creando più male che bene. Quando trovo delle fonti all’interno di un giornale, mi domando chi sono, se esistono veramente o se sono delle bufale. Dietro le guerre c’è molto di più di quello che noi possiamo osserare. Ma se ho qualche dubbio, leggo anche dieci giornali, confronto, navigo sulla rete. A volte mi rendo conto che chi fa dell’informazione, spesso copia da altri giornali o siti che hanno fatto la stessa identica cosa dell’osservatorio siriano. È una guerra tra poveri, dove chi da l’informazione più veloce prende più soldi, mentre chi veramente fa i porci comodi tramite la politica e il potere, resta invisibile. Sfruttiamo questo strumento che è la rete per praticare la democrazia diretta, dell’informazione, divulgando le proprie notizie scoperte indagando e confrontando, e indicando sempre la fonte e quali interessi questa rappresenti. Il mio punto di vista in tutta questa faccenda è che dietro a tutta questa attenzione mediatica e di impiego di forze, verso i “paesi canaglia” come Corea del Nord, Sudan, Iran, Siria, Afghanistan, Cuba e Libia, vi sia l’intenzione delle famiglie più potenti al mondo, che hanno in mano un sistema che mira a porre in ogni paese una banca centrale controllata da loro, che comanda il denaro del governo e le sue risorse. Quindi una banca privata che presta del denaro ai governi. Come nel gioco del risiko queste famiglie capitanata dalla famiglia Rothschild hanno conquistato un po' tutto il mondo. Vi pongo un quesito con finale da risolvere eseguendo un’indagine propria, senza consultare il sapientone di turno, l’amico di partito o Bruno Vespa. Quali erano nell’anno 2000 (circa) le sette nazioni che ancora si opponevano ad avere una banca centrale? E quali paesi è stata fatta la guerra dopo l’11 settembre, dalle forze capitanate cosiddette “democratiche”, e quali risorse naturali posseggono questi paesi? A voi l’esito e l’augurio di appropriarvi di un diritto riconosciuto da tutte le moderne costituzioni che recitano: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”. Non è scandaloso avere una verità oggi e una domani. È scandaloso non averne mai.

ONG vs. homo economicus

10/05/2017

Create awesome mobile-friendly websites. No coding and free.
Le ONG (organizzazioni non governative) sono organizzazioni indipendenti dai governi e dalle loro politiche e generalmente, anche se non sempre, si tratta di organizzazioni non aventi fini di lucro (non profit) che da fonti private, per lo più donazioni. I due caratteri essenziali per definire un'organizzazione non governativa di cooperazione allo sviluppo, sono quindi costituiti dal carattere privato, non governativo dell'associazione, e da quello dell'assenza di profitto nell'attività (Wikipedia). Sulle polemiche degli ultimi giorni tra il M5S e i vari ministri al governo, la ONG maltese Moas (Migrant Offshore Aid Station, è accusata di impegnarsi come taxi del Mediterraneo, impiegando degli scafisti che sempre secondo le accuse la finanziano? È un piatto ricco per il M5S stelle che non molla la presa, mentre nel 2015 l'europarlamentare 5 stelle Corrao a bordo della Phoenix raccontava l'opera meritoria dell'organizzazione dei maltesi Catrambone. Forse si è aperto un vaso di Pandora, di cui i cittadini chiedono cosa sia stato nascosto? Dunque un'opera meritoria e non delinquenziale come invece sostengono Beppe Grillo e Di Maio. Dove potrei scovare la verità, senza schierarmi politicamente?
Prima verità: Sulla Phoenix di questa ONG, vi sono due gommoni, due droni-elicottero, presidi sanitari e di prima accoglienza e la presenza nell’equipaggio di Medici senza Frontiere. L’equipaggio sta a bordo per mesi, vive costantemente alla ricerca del salvataggio di vite umane. Questa ONG come altre importanti da tempo sono impegnate in una grande opera umanitaria. Mentre la procura di Catania smentisce: «Nessun fascicolo», non c'è nessun fascicolo o accusa, solo l'acquisizione di informazioni.
Seconda verità: Circa una dozzina di ONG tedesche, francesi, spagnole, olandesi, e molte di queste battono bandiere panamensi o altre “bandiere ombra”. Se ne starebbero "parcheggiate" a Malta, per poi avvicinarsi a poche miglia dalle coste libiche. Caricano i migranti salpati su gommoncini economici, e poi li consegnano ai porti italiani prima di ritornare alla loro base maltese. L'accusa di lucrare sulla pelle dei profughi lanciata negli scorsi mesi dall'agenzia Ue Frontex fa riflettere.
Verità complottista: L'immigrazione fa parte di un disegno "studiato a tavolino" perpetrato da affaristi, organizzazioni religiose e lobby economiche. I popoli "occidentali" si governano con povertà e ignoranza (come diceva Pier Paolo Pasolini) e dato che gli italiani non fanno figli (come sottolineato, guarda un po', dalla chiesa) non ci si può permettere società con pochi figli magari molto istruiti e indipendenti; molto meglio famiglie numerose, povere, senza istruzioni e quindi più governabili.
L'immigrazione è tesa a favorire questo progetto. Cioè il popolo europeo, deve essere incrociato con altre razze, con un’immigrazione programmata, nella speranza di ottenerne una classe umana inferiore, facilmente governabile e senza carattere.
Verità populista: È urgente bloccare l'invasione, altrimenti gli italiani e l’Europa saranno costretti a farsi giustizia da soli. Da oggi si accolgano solo donne e bambini, gli uomini si respingano: tutti a casa loro! Il leader del Carroccio parla di "un'invasione voluta, finanziata, organizzata". Salvini poi lancia accuse pesanti parlando di "scafismo di Stato". La macchina del saccheggio continua!
Io mi chiedo chi sono i finanziatori di queste ONG, in grado di armare navi da milioni di euro e persino di servirsi di droni, e da dove arrivano questi soldi? In base a quale accordo? Con chi si relazionano in Libia o Siria? Le regole internazionali dicono che chi "salvato" in mare (in acque internazionali) deve essere portato nel più vicino porto (da dove salvato). I più vicini porti da dove queste navi delle ONG "caricano" questi disperati dei mari sono davvero i porti italiani? Questo urlare da una parte e dall'altra sembra voler coprire un messaggio chiaro quanto inquietante: “lasciamoli affogare".
Peter Sutherland, È un multimilionario irlandese considerato uno dei grandi pontefici del mondialismo allo stesso livelli di George Soros o dei Rockefeller. Sutherland ha ricoperto una miriade di alti incarichi internazionali della massima importanza. È stato direttore Generale dell‘Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). A livello imprenditoriale è stato presidente chef executive di varie grandi società fra cui la British Petroleum -BP- e la Goldman Sachs International. Southerland è un fervente promotore della necessità di favorire le grandi ondate migratorie verso i paesi sviluppati, ed apertamente ostile al mantenimento delle sovranità nazionali, quelle che lui definisce: “il male attuale”. Magari sono teorie concepite nella “fabbrica” di Soros che si sono anche infiltrate in varie istituzioni internazionali. Dobbiamo combattere questa battaglia per conservare la nostra sovranità, dobbiamo argomentare contro di loro, dobbiamo rendere trasparenti le loro ONG e dobbiamo mettere in chiaro che non si tratta di “diritti umani” ma del business delle migrazioni e dello sfruttamento di questo traffico umano. Ci stiamo trasformando sempre più in “homo economicus” sprovvisto di una propria identità, omologato ed utilizzabile dalle élite imprenditoriali?

Fake News e dintorni

19/03/2017

Negli Stati Uniti si continua a discutere di fake news, le notizie false, ampiamente condivise su Facebook e altri social, che avrebbero influenzato l’opinione pubblica e contribuito all’elezione di Donald Trump. I grandi media tradizionali (cartacee e le loro piattaforme digitali), sono controllati o finanziati dalle multinazionali e dagli stati. Con il consenso dei loro camerieri (pardon politici), sono frequentemente implicati nella distorsione dei fatti e nel capovolgimento della realtà. Parallelamente vi sono fonti d’ informazione alternative e indipendenti che etichettano i media tradizionali complessivamente come “diffusori di notizie fasulle”. Come riconoscere gli architetti di “Notizie Fasulle”, da ambo i lati? Ecco due esempi di “Fake News” provati e di un terzo sospetto.
1. Copertura delle Rivolte in Tibet nel 2008 da parte della CNN. In questo filmato appaiono dei poliziotti cinesi con uniformi cachi e baffi come quelli Indiani. Il materiale video che accompagnano il servizio della CNN, non ha nulla a che fare con la Cina. La polizia non era cinese, ma poliziotti indiani in uniforme cachi dello stato Pradesh nel nord-est dell’India. L’inganno era fare credere che le dimostrazioni in Cina fossero pacifiche e che la gente fosse arrestata da poliziotti cinesi. In realtà si trattava di poliziotti indiani dello stato del Pradesh. Perché la CNN ha volutamente scambiato i due paesi.
2. Copertura della BBC della Guerra in Libia 2011. A Tripoli i libici esultano per la «liberazione» e la vittoria delle forze ribelli su Gheddafi sventolando una bandiera indiana. Esaminate lo spezzone, non è la piazza Verde e non è la bandiera del Re Idris (rossa, nera, verde) dei ribelli. E’ la bandiera indiana (arancione, bianca e verde) e la gente alla manifestazione sono Indiani. Giornalismo approssimativo alla BBC o consapevole menzogna e manipolazione? In realtà non vi è stata nessuna manifestazione di esultanza, bensì un massacro sponsorizzato dalla NATO che si è concluso con diverse migliaia di morti. Morte e distruzione sono sostituite da immagini manipolate di festeggiamenti e liberazione. Per gli increduli eccovi il link: http://www.globalresearch.ca/. Basta digitare nel campo di ricerca: «manipulating-video». Credere che sia distrazione è da ingenui. Le bugie e le falsificazioni dei media ufficiali non sono il risultato di “poca attenzione”. Essi sono voluti e premeditati e sono tesi a ingannare il pubblico. Come si può combattere questo fenomeno per fermare le bufale? Facebook ha pronti dei filtri «anti-bufale» e i tedeschi saranno i primi a testarne le capacità al di fuori degli Stati Uniti. Una scelta non casuale, che ambisce a essere tempestiva, dato che alla fine di quest'anno in Germania si terranno le attese elezioni federali. Gli utenti del social avranno la possibilità di segnalare sempre più facilmente le sospette notizie false a delle compagnie di “fact checking” di base in Germania. Se l'articolo è ritenuto falso, sarà contrassegnato da un marchio e accompagnato da una spiegazione.
3. Vorrei segnalare un presunto esempio di «Fake News» su LaPagina nel numero di fine febbraio. In quell’occasione l’onorevole Farina scriveva dell’eminente chiusura della Casa D’Italia di Zurigo. In risposta ad una mia E-Mail di chiarimento ai lui indirizzata confermava la notizia: «alla luce delle ispezioni ministeriali italiane e delle disposizioni cantonali sulla sicurezza degli edifici pubblici, da tempo prevista, la chiusura avverrà probabilmente entro l'estate del 2017.» E ancora «Mi risulta che l'autorità consolare, in accordo con il comune, abbia già individuato lo stabile all'uopo». Ritenendo la notizia autentica, ho voluto chiedere all’Onorevole che ritengo una persona seria e credibile, un ulteriore chiarimento chiedendo di una valida fonte riscontrabile della notizia. Supponendo che l’autore abbia prima di scrivere verificato, una fonte credibile. Sono ancora in attesa di una risposta, che a questo punto dubito mai avverrà. Essendo ovvio che ad’ ogni «Fake News» esiste un interesse reale non svelato, chiedo ancora oggi e non solo, al diretto interessato, se la Casa D’Italia farà la stessa fine di quella di Lucerna, o magari verrà occupata dal consolato (per risparmiare sull’affitto)? In tutto questo supposto (o inventato) marasma sono curioso che ruolo avranno i Comites, CGIE e le varie associazioni italofone. Se invece come noi tutti ci auguriamo, è una “Fake News” o se preferiamo “bufala”, chiedo all’Onorevole Farina in forma ufficiosa un chiarimento sulle ragioni e motivazioni di tale notizia. In Italia il problema delle notizie false è di grande attualità, tanto da essere al centro di un’iniziativa della presidente della Camera Laura Boldrini, #BastaBufale, e di un disegno di legge che prevede sanzioni e addirittura la reclusione per i soggetti colpevoli della loro diffusione su Internet. Vi segnalo il sito: https://www.hoax.it/bufale/ il motore di ricerca per le bufale online. Non esistono i «complottisti», quelli che credono che i giornali siano pagati per pubblicare certe notizie, che sono contro tutto e contro tutti, che sono convinti che il mondo sarebbe governato da qualche élite segreta e che cercano informazioni su siti «alternativi». Smentire le bufale però non è una completa perdita di tempo. Per queste ragioni gli esperti in sicurezza consigliano a tutti di verificare le informazioni che circolano sui social network, controllando che la fonte sia attendibile ed evitando di condividerle soprattutto quando hanno un carattere allarmistico per la comunità. Gli strumenti più semplici da utilizzare per verificare l’autenticità di una notizia sono sicuramente i motori di ricerca. Sono convinto, che non bastano i software di controllo, ma giornalisti onesti che sanno fare il loro mestiere!

Informazione sedata

24/01/2017

I vantaggi personali derivanti dal tenerci informati e comprendere tramite gli approfondimenti sui vari temi, sono così evidenti che non spetta a me ribadirlo. Capire dove risieda la verità sulle questioni che riguardano la società e i suoi meccanismi, è una questione più complessa. Qualche decennio fa, l’informazione entrava tramite la scatola magica del televisore, la carta stampata e i libri. Se poi veramente volevi entrare a fondo del problema e questione da capire, la migliore strada, era l’esperienza personale vissuta o raccontata da altri. Oggi nell’era dell’informazione supersonica, si parla tanto dei media manipolati, del Web da bandire come arma di repressione e del disinteresse generale dell’uomo (pardon consumatore), che mi chiedo se ha ancora senso indagare a fondo sulle vicende che succedono nel mondo? Seduto tranquillamente digitando sulla tastiera del mio computer, e argomentando (come se ne capissi qualcosa), sui temi della politica, delle guerre in corso, catastrofi naturali e miserie in corso, corro veramente alcun rischio che alcune di queste vicende possa turbare la mia vita, di cittadino adagiato nelle nostre città piene di ogni benessere, e lontane dalle bruttezze del mondo presentato dai media di ogni sorta? Chi vorrà uscire dal proprio ruolo prestabilito, per puntare il dito sui responsabili delle oscenità che il mondo degli uomini produce giornalmente? Per questo vi sono i giornalisti, gli opinionisti, gli scrittori e i politici che a seconda dello schieramento difendono gli interessi dei propri datori. Al di fuori di questi professionisti portatori di verità e informazioni, che credono di possedere il monopolio dell’informazioni, vi siamo tutti noi che sempre più ci distanziamo dalla realtà al di fuori della nostra quotidianità. Come per la pubblicità, le brutte notizie come un mantra accompagnano le nostre giornate e l’abitudine, oltre a logorarci ci distanzia sempre più dalle azioni o decisioni che veramente cambierebbero gli eventi. Il mio intento non è di svelare chissà quale verità nascosta, ma contribuire con un pensiero critico e vigile a svegliare gli animi in letargo. Con questo spirito nichilista, vorrei spiegare come sia possibile distorcere le notizie con un principio antico tramandatoci dai sofisti. I sofisti (letteralmente, in greco, “sapienti”) negavano l’esistenza di una verità esterna e indipendente dalle controversie umane. Le loro tre tesi “il fenomenismo” (la verità è conoscibile solo nelle sue apparenze), “il relativismo” (qualsiasi conoscenza è dipendente dal soggetto) e lo “scetticismo” (è impossibile decidere sulla verità o falsità di una proposizione qualsiasi. Seguendo questo pensiero Protagora affermava: “L’uomo è misura di tutte le cose”. Per conseguenza esistono solo opinioni, non verità. Ognuno giudica sempre in base al proprio vissuto, senza la possibilità di costruire un discorso oggettivo. Dunque l’invito sofista di credere ciò che vogliamo, dissolvendo l’idea di verità, ovviamente non venne accettato dal mondo di allora. La differenza tra i filosofi più noti come Socrate e Platone che facevano della loro un cammino di ricerca della verità come modello da evangelizzare ogni categoria e strato sociale, per rendere gli uomini più coscienti e felici, mentre per i sofisti l’attività del filosofo la intendevano, non come una ricerca (non vi era nessuna verità da scoprire), ma come una professione per giunta molto lucrosa. Oltre alle loro lezioni di retorica per i giovani atenesi interessati alla carriera politica, essi si trasformavano in “logografi” (scrittori di discorsi). Oggi lo chiameremmo “ghostwriter” (lo scrittore fantasma che prepara i discorsi degli uomini politici o di potere in generale). Un’ultima caratteristica che contraddistingueva i sofisti dai filosofi, era la loro esibizione in pubbliche dimostrazioni delle loro capacità. Erano delle vere sfide su dei temi posti dal pubblico, preferendo lo spettacolo delle “antinomie”. Consisteva nel persuadere dapprima gli spettatori di una qualsiasi tesi, con argomenti convincenti, per sostenere poi con argomenti altrettanto validi la tesi contraria. Un esempio è “Il bluff del messaggio al 45500”. Dall’ultima estate tramite un sms solidale della Protezione Civile, il “45500” permetteva a tutti di effettuare donazioni per le zone colpite dal terremoto. Se sacrifichiamo un po' del nostro prezioso tempo, scopriremo che i soldi per gli aiuti e ricostruzione dei terremoti non sono spariti, sono parcheggiati, ostaggio della burocrazia. Soldi fermi per colpa di un “protocollo” che li destina alla ricostruzione e che di fatto verranno usate non prima di un anno. Si, perché questi soldi raccolti tramite sms e bonifici, per protocollo, non si possono usare per le emergenze. Sul tema attuale delle tragedie nel centro Italia, da un lato abbiamo la televisione di stato che informa minuziosamente, sul numero delle vittime, dispersi e mostra all’infinito le immagini più commuoventi dei salvataggi. Dall’altro vi è la realtà dei politici che si precipitano immediatamente sui luoghi colpiti, illudendo la povera gente, con delle promesse fuori dalla portata di ogni governo italiano finora esistito. Non è giusto fare polemica ma essere costruttivi, pratici e veloci in questo momento, ma vorrei sentire da Vespa & colleghi queste informazioni, e non banalità già ascoltate nei TG, con l’invitato di parte che parla dell’infallibile e eroica imprese dei soccorritori (con tutto il rispetto e ammirazione). Ecco, nessun centesimo (28 milioni) di quanto raccolto, nonostante l’emergenza è arrivato a destinazione. La solidarietà degli italiani non può essere fermata dalla lentezza dello Stato, che arriva sempre in ritardo. Ma i sofisti di turno che per lucrare occultano queste informazioni, sedandole, sono anch’essi responsabili. Lo siamo anche tutti noi per infiniti casi di malaffare dimenticati, da coloro che traggano vantaggio e che controllano i media, e del nostro istinto da struzzo che quando sente pericolo infila la testa nella sabbia. Rifletto su questa ultima pillola informativa che non è apparsa come “news”: La Siria è una delle poche nazioni che: °Non ha Banche dei Rothschild °Non ha dato accesso all IMF / banca mondiale (quindi debito) °Ha bandito i prodotti OGM °Ha enormi risorse di petrolio e gas °Il popolo è ben informato sul NWO (Nuovo ordine mondiale) °Si oppone a Israele. Mi chiedo se alcune di queste informazioni meriterebbero più risonanza, e se non la hanno mi chiedo il motivo. L’informazione è sedata da chi ci vede come dei consumatori e niente più. Siamo dei Minions alla merce del cattivo di turno, e tutto senza esserne minimamente coscienti. 

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